Dieci anni di corsa

Sì, sono trascorsi dieci anni dalla prima volta che ho inziato a correre, ovvero da quando sono passato dal puro e semplice jogging (saltuario) al running.

Come dice il sito sport.it: “il jogger corre senza finalità agonistiche, ma solamente per tenersi in forma. È libero dal cronometro e dagli strumenti di misurazione (o li consulta per pura curiosità). Il runner ha degli obiettivi. Segue un allenamento specifico. Calcola la propria velocità, i chilometri percorsi, i tempi. Conosce il proprio valore sui 10.000 metri. In pratica il jogger per diventare runner deve prefissarsi degli obiettivi, calcolarsi, ambire a spostare l’asticella delle sue prestazioni sempre più in alto”.

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La prima volta…

Questa è la registrazione di questa prima corsa cronometrata, era il lontano 2011:

6’20” al km per farne 10, se ci penso ora mi viene un po’ da sorridere. Non avevo comunque ancora mai pensato di fare gare, la corsa (e la bici) era solo un modo per tenersi in forma e perdere peso, tutto infatti era partito qualche anno prima poiché sovrappeso di una quidicina di chili. Ma si sa, inizi a essere in forma, incontri qualcuno, inizi a chiacchierare, ti invita a una manifestazione così giusto per divertirsi, ed ecco che in Calabria capita che sono in vacanza proprio mentre si tiene la Run Capo Vaticano, una corsa ludico-motoria a cui tutti possono partecipare, senza obbligo di certificato medico agonistico e appartenenza a una società sportiva. Vado? Non vado? Mi butto e mi iscrivo.

Run Capo Vaticano 2014

Il percorso non era dei più facili, partenza in discesa poi tutto un “mangia e bevi” fino all’arrivo finale in salita proprio verso il faro del Capo. È stata una esperienza emozionante, oltre che estremamente faticosa, ed è anche stato questo il momento che ha dato il via al passaggio verso il gradino successivo, ovvero iniziare a fare ancor più sul serio. Ho ritrovato la traccia di quella “gara”:

Tornato dalle vacanze decido di iscrivermi a una società sportiva, e visto che mia madre era inserita nella gestione della Polisportiva Fidas Gnarro Jet di Bologna faccio l’affiliazione con loro. Abitando però a Sasso entro anche nei master del CSI Sasso Marconi con cui inizierò a condividere gioie e dolori di questa passione e poi nel tempo entrerò a far parte ufficialmente dello splendido gruppo.

Al cuor non si comanda

La visita medica per ottenere il certificato agonistico è stato lo step più impegnativo, da un po’ di anni infatti avevo iniziato a soffrire di un problema elettrico al cuore con una doppia aritimia, tecnicamente sia flutter che fibrillazione atriale. Un problema non grave o comunque non mortale ma neanche una cosa da prendere alla leggera visto che come conseguenze può sfociare in un ictus.

In poche parole, nessun problema durante l’attività ma possibilità di forti disturbi a riposo, specialmente durante la notte. Disturbi che possono continuare anche per ore e anche, più raramente, giorni. Ho fatto tutti i tipi immaginabili di visite al cuore che è risultato sano, ma questo problema mi dava sempre più fastidio, con visite sempre più frequenti al Pronto Soccorso. 

Nel 2016 ho fatto un primo intervento di ablazione per il “flutter”, un intervento tutto sommato semplice e che ha dato buoni frutti. Qualche anno dopo ho proceduto anche nel tentativo di soluzione per la fibrillazione, questo è stato decisamente più complesso e dagli esiti incerti. Posso dire che la situazione nel tempo è migliorata ma purtroppo non si guarisce mai del tutto e tuttora ogni notte prego di stare bene, in fondo la salute è una grazia! Ne ho parlato comunque anche qui: “Salute e sport, croce e delizia”.

Prima gara ufficiale

Tornando a noi, ho avuto il certificato medico (incoraggiato anche dal cardiologo) e già a novembre ho fatto la mia prima gara ufficiale: la mezza maratona di Ravenna:

Avevo corso 21km solo in allenamento, a ritmo più o meno blando, ho fatto questa gara quindi senza una preparazione specifica ma con ormai tanti chilometri nelle gambe. L’ho chiusa con un per me più che onorevole 1h39’. Sono arrivato esausto perché ho spinto tantissimo, ma considerata l’incognita del sapersi gestire e tutto il resto è stato un risultato eccezionale, risultato che mi ha spinto ulteriormente a cercare di migliorarmi.

Porretta – Lizzano

E in effetti da lì a un anno sono riuscito a correre la mezza con il mio tempo record di 1h30’ e questo è stato il top della prestazione e non ci sono più stati miglioramenti, avevo già superato i 45 anni e di certo non potevo lamentarmi, anche perché per via del cuore cerco sempre di evitare delle ripetute troppo intense per avere meno stress cardiovascolare e quindi minor rischio di recidive.

Questi sono stati gli anni più veloci sulle distanze fino alla mezza maratona: Ravenna, Castel Maggiore, Zola Predosa, Foligno, Rovigo, eccetera. Ma il fatto di arrivare stremato mi piaceva sempre meno, e qui entra in campo la “distanza regina”.

La Regina

A ottobre del 2015 tento la mia prima maratona, anche questa non programmata, dopo il gentile invito della mia amica Lidia a Lisbona (ne ho parlato un po’ all’inizio di questo articolo). Pochi allenamenti però mi portano a chiudere in 3h50’ e soprattutto un ginocchio a pezzi.

Ma la gara mi piacque tantissimo, poter correre senza arrivare ai ritmi forsennati dei 10.000 o della mezza ha fatto sì che la “distanza regina” diventasse la mia preferita, correndo poi anche a Firenze, stabilendo il mio record ufficiale di 3h26’ a Palermo, poi Verona, l’indimenticabile esperienza alla maratona di New York del 2019 e quella virtuale del 2020 in “casa”.

E, come si suol dire, il resto è storia… 🙂

Grazie a tutti i miei “compagni” d’avventura per questi primi dieci anni di corsa, non li nomino singolarmente ma sono stato estremamente fortunato nell’aver trovato persone con cui instaurare un rapporto speciale che va ben oltre la corsetta in compagnia.

E ora, bando alle ciance nostalgiche e sotto con gli allenamenti, tra poco più di un mese c’è la Cortina-Dobbiaco, una medaglia che ancora mi manca… pronti?

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