Salute e sport, croce e delizia

Anno 2017

Manca meno di un mese alla maratona di Palermo e sono nel bel mezzo della preparazione. Cosa c’entra quindi questo post? Beh, per me c’azzecca (come direbbe qualcuno), eccome. Convivo da diversi anni con la fibrillazione atriale, una brutta bestia (per gli addetti ai lavori chiamata anche “la bastarda”) che ti colpisce quando meno te lo aspetti. Nulla di invalidante o mortale, ma sempre una spina nel fianco che mi tiene sempre un po’ sotto scacco. Sì perché alle volte vorrei dare di più, forse strafare, allora che succede, lei arriva e ti ricorda «no no, tu stai andando oltre, è meglio che ti fermi un po’». 

Come funziona? Il cuore inizia a battere irregolare, ti senti debole e agitato, se fai due (dico due) scalini hai già il fiatone con il cuore in modalità “ripetute”; l’unica è fermarsi, riposare, fare passeggiate lente, chi più ne ha più ne metta. Ognuno ha un po’ una sua ricetta, chi una tisana rilassante chi esercizi respiratori, ma poi occorre aspettare, minuti, ore, anche giorni talvolta. 

Quando se ne va ti sembra di aver corso una maratona (mezza dai, non esageriamo) ma il sollievo e la gioia è grande; ringrazio Dio ogni volta che mi sento bene e tutto torna alla “normalità”. Virgolettato perché è una normalità apparente, col tempo sviluppi una sensibilità particolare per ascoltare il tuo battito cardiaco, quando vai nel letto senti ogni battito e speri che potrai riposare bene.

Sì perché la notte è il momento clou, magari quando sei stanco morto, quando hai necessità impellente di riposare allora lei può saltare fuori (mica per niente è chiamata con quel nomignolo) e addio sonno ristoratore, inizia il calvario. Durante lo sforzo, nel mezzo dell’attività fisica sta bene alla larga, il cuore pompa veloce e non ha tempo di entrare in funzione, lo fa solo quando il cuore batte più lento e ci sono pause significative tra un battito e l’altro, questa almeno la mia pluriennale esperienza. 

L’anno scorso ho fatto quella che i medici chiamano “ablazione“, ovvero intervengono via transcatetere per cercare di sistemare alcuni circuiti cardiaci che potrebbero favorire l’insorgere dell’aritmia, le cose ora vanno un po’ meglio ma sono diventato un po’ farmaco-dipendente, mi sa che dopo la maratona valuterò un secondo intervento, infatti i medici (quasi degli elettricisti…) ancora vanno per tentativi con questo problema, non esiste proprio una scienza così esatta, purtroppo. 

Tornando al titolo del post, in questo periodo sto tirando un po’ al limite, cerco di non esagerare ma sento di essere veramente a livello. Fortunatamente ormai il carico grosso è passato, ora bisogna solo tenere botta le ultime settimane. Salute e prestazione sportiva richiedono equilibrio, come una bilancia che se sposti il peso più da un lato allora ne risente l’altro. Il corpo umano è un meccasinsmo incredibilmente perfetto, ma devo imparare a riconoscerne i limiti e rispettarli. Io sono fatto così, magari è anche un bene per me! 

Faccio mio questo testo biblico in 2 Corinzi 12:7 – “E perché io non avessi a insuperbire mi è stata messa una spina nella carne, un angelo di Satana, per schiaffeggiarmi affinché io non insuperbisca. Tre volte ho pregato il Signore perché l’allontanasse da me; ed egli mi ha detto: «La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza». Perciò molto volentieri mi vanterò piuttosto delle mie debolezze, affinché la potenza di Cristo riposi su di me”

(Nella foto, il mio cuore in cartografia tridimensionale, durante la procedura di ablazione)

Anno 2023

Non ho fatto una seconda ablazione ma ho avuto un po’ di problemi lo scorso anno legati alla vaccinazione Covid, quando ho un po’ di tempo ne parlerò più diffusamente, per ora tengo botta anche se continua l’assunzione di farmaci.

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