Verona Marathon 2018

Questa volta non so da dove iniziare, probabilmente era una notte buia e tempestosa quella in cui decisi di iscrivermi anche per il 2018 a una maratona, fatto sta che una volta che il tarlo inizia a rodere in testa la frittata è fatta. Era ancora primavera e stavo fisicamente molto bene, non mi dispiaceva riprendere i duri allenamenti che la gara regina esige per poter essere svolta degnamente. Col nostro gruppo abbiamo deciso per una competizione raggiungibile facilmente in giornata già a novembre inoltrato, quindi la scelta è caduta su Verona, gara abbastanza pianeggiante ma con un interessante percorso lungo le rive dell’Adige. Inizio allenamenti fissato, da tabella, per il 6 agosto.

A luglio però iniziano i primi guai, 6 anni fa sono stato operato di ernia inguinale e proprio verso metà del mese torno a sentire un dolore localizzato in quella zona. Parte l’iter di esami e controesami e purtroppo non è chiaro se sia proprio una recidiva di ernia (che c’è ma molto piccola) oppure una brutta pubalgia. Con l’osteopata (grazie Sandra) iniziamo un ciclo di interventi per lavorare sul muscolo dello Psoas, fa malissimo ma mi sottopongo alla tortura con dedizione; visto che correre però aumenta molto il dolore decido anche per un periodo di riposo, per cui rimando l’inizio degli allenamenti di agosto se non per qualche corsetta facile e le tre settimane finali del mese le dedico solo al nuoto giusto per mantenere una forma decente.

Arriva settembre e sono già in ritardo di un mese sulla tabella, con anche tre settimane di stop completo, una tragedia confermata anche da una visita specialistica che mi sottolinea come lo Psoas sia ancora infiammato, sconsigliandomi di correre una maratona completa. A quel punto decido per “vada come vada”, provo ad allenarmi (visto che il chirurgo dell’ernia mi aveva dato il via libera) e deciderò strada facendo cosa fare. Lo Psoas migliora con lo stretching ma molto molto lentamente, arriva l’ora di correre i lunghi e questi mi mettono veramente a dura prova, specie il primo, un po’ per il poco allenamento e un po’ per la rigidità muscolare inguinale. Fate finta di correre con un sasso incastrato nell’inguine, più o meno una roba simile, ogni colpo di tosse (che tra l’altro ho avuta per tutto agosto) è un dolore lancinante. Ma vabbè andiamo avanti. A ottobre riprendo una forma decente, i lunghi si fanno con più “facilità” e le ripetute anche. Non riesco mai a raggiungere le andature dello scorso anno, ma mi accontento di incrementare la resistenza, decido quindi che proverò a correre la distanza completa di 42km.

A fine ottobre, quando manca ormai meno di un mese alla maratona arriva però un’ulteriore tegola, alla fine del lunghissimo da 36km si infiamma il tendine rotuleo, anche il ginocchio ci si mette! Qualche giorno di riposo e una visita, pare non sia il menisco ma appunto “solo” il tendine, quindi ghiaccio, argilla e una valida ginocchiera e poi vedremo come va. Il dolore in corsa insorge sempre più tardi e riesco a fare l’ultimo allenamento da 25km bene, con solo del fastidio. Il giorno della gara si avvicina, prego veramente che vada bene e che non ne esca distrutto fisicamente. L’ultimo mercoledì provo anche, d’accordo col medico, di fare una terapia antinfiammatoria per avere meno fastidi in corsa, in questi mesi non avevo mai fatto uso di FANS, cavolo come sono stato bene in questi ultimi giorni! Cerco comunque di non esagerare e il giorno prima della corsa smetto di prenderli.

Arriviamo col nostro “gruppone” di 8 a Verona la mattina, con levataccia alle 5.30; anche nel gruppo si è formato un piccolo “Lazzaretto” con Daniele e Mario che hanno dovuto rinunciare alla 42km per problemi vari, entrambi faranno la distanza dei 21km. Io correrò a sensazione, cosa che si rivelerà però non molto saggia, ma io preferisco sempre provarci.

Infatti domenica mattina sto bene, le gambe vanno e faccio i primi 25 km senza grossi patemi, senza affanno; il ginocchio è fastidioso ma non sconfina nel dolore, l’inguine invece un po’ si sente ma anche questo cerco di sopportarlo. Arrivo al 28mo sempre sotto i 5 di media, però qui iniziano a sentirsi le gambe, ovvero, non le sento più così responsive come in precedenza. Pian piano diventano come due pezzi di legno che faccio sempre più fatica a muovere con fluidità. Cerco di rallentare per non buttare le energie residue, ma ora capisco come il fatto di non essersi allenati al meglio e con continuità possa influire in una prova così lunga e dura.

Cerco di concentrarmi, inizio a fermarmi anche più tempo ai ristori camminando un pochino, e così tra un tira e molla continuo arrivano gli ultimi 5 km. Penso, sono a casa, è solo il tragitto da casa mia a via Maranina e ritorno, quasi uno scherzo. Sarà ma è durissima, viaggio ormai tra 5:40 e i 6 con le soste ai ristori, ogni salitina e discesina per ponti o altro è un delirio, così come il ciottolato in centro. Verona comunque è stupenda, Piazza Bra, l’Arena, sono arrivato, ultimi 200 metri, vedo Mario e Daniele che mi incitano, raccolgo le ultime forze residue e taglio il traguardo con un per me più che onorevole 3h35’, non è il primato ma viste le condizioni è tutta grazia!

Dopo l’arrivo non mi fermo, mangio però qualcosa e raggiungo gli altri. Aspetto anche io l’arrivo dei miei compari che chiuderanno tutti con gran tempi: Luca, Corrado, Annalisa (menzione d’onore per il suo tempo di 3h54’), Fabio e Beppe (alla sua prima maratona). Ognuno con i suoi problemi ha portato a casa il risultato. Cotoletta gigante e poi si ritorna a casa. Purtroppo non è finita la giornata per me, mi becco la gastroenterite non so come e la notte la passo tra la camera e il gabinetto, felice e distrutto… Più distrutto però!

Questo è quanto, in realtà sarebbe ancora più complicato di così ma volevo evitare che diventasse un libro di 20 pagine. L’esperienza di quest’anno mi ha insegnato che lo sport non regala nulla, quello che raccogli è ciò che semini e io semplicemente ho preteso di raccogliere troppo, ma l’importante è stato divertirsi e riconosco che nella fatica c’è anche molta soddisfazione e divertimento (altrimenti non lo farei), nonostante molte persone ritengano una follia fare cose del genere. Grazie a tutti quelli che mi hanno incoraggiato durante le sessioni di allenamento, grazie a Dio che mi dà la forza di fare tutto ciò, ci diamo appuntamento spero per il prossimo anno, che so magari a New York…

Commenti