Le mie scarpe (catalogo ragionato semiserio)

Le scarpe sono l’unico “attrezzo” fondamentale del podista, a meno che non si decida di correre a piedi nudi, cosa che può essere piacevole in determinate circostanze ma che dalle nostre parti non sarebbe un esercizio troppo salutare. Meglio quindi indossare uno strato che ci protegga da tutto quello che c’è al suolo.

[ultimo aggiornamento: 6 settembre 2023]

PREMESSA

Questo articolo non vuole fornire delle recensioni, non ne sarei all’altezza, è solo una sorta di catalogo aggiornato “per non dimenticare” e mantenere nota delle caratteristiche e del chilometraggio di ciascuna scarpa, innanzitutto per capire quando è ora di cambiarle e poi per avere un riferimento per acquisti futuri.

La mia meccanica di corsa, unita al peso e al tipo di appoggio, non mi permette di usare le migliori scarpe per più di 700 km, 600 o anche 500 per quelle meno adatte. Da piccolo ho iniziato a portare scarpe ortopediche per raddrizzare la convergenza dei piedi che portavano molto all’interno, questo difetto un po’ è migliorato ma non scomparso, nella corsa me lo porto dietro da sempre e, come vedremo, cercare di correggerlo non ha portato grandi frutti.

La scelta dell’attrezzatura è molto personale e dipendente da svariati fattori fisiologici; non sono in grado di fare recensioni tecniche esaustive ma l’unico suggerimento che posso proporre è di essere molto cauti agli inizi per evitare infortuni, tenendo conto del fatto che la cautela sarà direttamente proporzionale al proprio peso. Io, ad esempio, quando ho iniziato a correre ero circa 80 kg e man mano che calavo ho sperimentato scarpe più leggere; con l’esperienza ci si potrà quindi sbizzarrire.

Per orientarmi nel variegato e coloratissimo mondo delle scarpe da running mi affido spesso ad alcuni siti specializzati, in particolare:

In caso, il traduttore automatico di Google può aiutare. Ma veniamo a noi, innanzitutto dopo i primi anni di corsa ho iniziato a capire che differenziare è meglio e quindi ho cercato scarpe diverse per essere utilizzate in specifiche condizioni, non solo sentiero o strada, ma anche per tipologia di allenamento (ripetute, lenti, “veloci”, lunghi, ecc.).

Dopo aver letto le recensioni cerco di effettuare la scelta tenendo conto di alcuni criteri:

  1. la tipologia del terreno – certamente trail o strada è il primo spartiacque, ma all’interno del mondo da asfalto possiamo avere tantissime opzioni, dalla scarpa con più aderenza sul bagnato a quella più minimalista con suola adatta alla pista o comunque al secco;
  2. il tipo di allenamento – ci sono scarpe adatte alle giornate veloci, quelle con maggiore supporto e ammortizzazione per le corse lunghe, quelle da gara corta, da gara lunga, tra queste cambia di molto il peso e il supporto che offrono;
  3. il mio peso e le mie caratteristiche fisiche – sulla base delle mie caratteristiche dovrò scegliere una scarpa di un tipo piuttosto che un altro, una scarpa che possa supportarmi e tenere alla larga fastidiosi infortuni. Io guardo anche al peso delle scarpe, al loro “drop” (differenza di altezza tra tacco e punta) e alla stabilità (in relazione alla distanza). Questi sono argomenti piuttosto delicati che si possono affrontare con l’esperienza personale e magari la consulenza di un vero esperto;
  4. il prezzo – nel corso degli anni i prezzi delle scarpe sono aumentati molto, mentre 10 anni fa con 120-140 euro si prendeva una scarpa premium a prezzo pieno, ora con l’avvento del carbonio c’è stato un livellamento verso l’alto di tutti i modelli, non solo quelli “top”. Per il carbonio si va oltre i 200 euro, ma fortunatamente non è tra le mie necessità, per le scarpe molto ammortizzate si sta sui 150-180 per poi scendere per altri modelli più minimali. Mi sono sempre imposto di fare acquisti in (forte) sconto e per questo spesso si è costretti a prendere su Internet, è quindi importante affidarsi a siti che offrano la restituzione gratuita. Diciamo che tra i 75 e i 100 euro si riescono ancora a prendere scarpe eccellenti (magari del semestre precedente).

Un grazie agli sviluppatori dell’app Strava per fornire il supporto tecnico a tracciare le informazioni sul chilometraggio delle diverse scarpe in modo abbastanza semplice e (per ora) gratuito.

SCARPE DA STRADA

Partiamo dunque con l’elenco delle scarpe da asfalto fin qui utilizzate, chiedo venia per le inevitabili inesattezze!

Mizuno Wave Rider 13 (anno 2011)

Le scarpe con cui ho mosso i primi timidi passi, non credo fosse neanche il mio numero ma me le sono fatte andare in qualche modo bene (a caval donato…). Non ho smesso di correre a causa loro ed è già qualcosa, tuttavia non posso dare un giudizio a causa della forte inesperienza. Di sicuro erano belle, tutte rosse…

Brooks Adrenaline GTS10 (2012)

Le mie prime vere scarpe da corsa scelte consapevolmente; due mattoni per correggere una presunta forte pronazione. Abbandonate dopo consiglio dell’ortopedico in quanto fin troppo correttive. L’unico ricordo che ho sono le sensazioni di peso e rigidità. Il consiglio dell’ortopedico era riferito al fatto che correggendo troppo la meccanica di corsa si veniva a creare uno scompenso nell’area del ginocchio e sarebbe stato invece meglio assecondare il movimento naturale anche se imperfetto.

New Balance 870v3-v5 (dal 2013 al 2015 circa)

Dopo Mizuno e Brooks mi sono avvicinato al marchio New Balance e le 870 sono state tra le mie scarpe preferite (ben 3 paia nel corso degli anni). Prese dopo le Adrenaline per avere una correzione alla pronazione molto più leggera, con queste non ho mai avuto problemi, peccato solo che abbiano smesso di farle in favore di altri modelli di cui mi esprimerò dopo. Qui la tecnologia dell’ammortizzazione era ancora RevLite, forse più secca ma con la quale ho sempre avuto un ottimo feeling; le scarpe erano ben ammortizzate ma non pesanti, con il modello v3 ci ho corso la mia prima mezza maratona.

New Balance 890v4 (2014)

In questi anni ho iniziato a diversificare l’attrezzatura e avere più scarpe per l’uso quotidiano. La 890 era della stessa famiglia della 870 (sempre schiuma RevLite) ma senza correzione e ancora più leggera, da gara, con questa mi sono trovato molto bene perché univa una discreta stabilità alla leggerezza e una maggiore reattività. Anche qui, scarpa abbandonata da New Balance dopo diverse gloriose edizioni.

New Balance 1080v5 (2015)

Il primo modello che ho provato di queste scarpe super ammortizzate era una sorta di “marshmallow” ai piedi, assolutamente da dimenticare. Ho corso con queste la mia prima maratona a Lisbona e ho avuto grossi problemi ai tendini in quanto troppo morbidose e per nulla reattive.

New Balance Vazee Prism (2016)

A memoria tra le scarpe peggiori mai avute, non ricordo neanche il perché, figuriamoci. Era il tentativo di sostituire le ottime 870 con un modello che in teoria ne avrebbe ereditato le caratteristiche, ma erano menzogne del marketing.

New Balance Fresh Foam Boracay v3 (2016)

Sono state le antesignane delle Fresh Foam Beacon e infatti mi sono trovato particolarmente bene, scarpe confortevoli, leggere e dinamiche, bene ammortizzate e con una buona risposta, è anche il primo tentativo di abbassare un po’ il drop tacco-punta. Corso con soddisfazione la maratona di Palermo.

Saucony Freedom ISO (2016)

Prese per curiosità e distrutta la tomaia dopo un centinaio di chilometri, restituita in garanzia. La sensazione comunque è che fossero un po’ troppo leggerine e piatte per la mia struttura.

New Balance Fresh Foam Zante v3 (2017)

Una scarpa super traspirante e leggera, molto minimalista, forse troppo per me, ottima per allenamenti brevi e per la calura estiva. Suola molto “slick” e poco adatta a strade bianche.

New Balance 1500v2 (2017)

Prese per “sfida”, un modello A2 da gara non oltre la mezza maratona, almeno per me in quanto per i miei (all’epoca) 75kg erano poco ammortizzate per reggere oltre. Leggerissime, molto basse e con una calzata emozionante. Infilarle era una sorta di godimento per i piedi. Estremamente reattive, ci ho gareggiato e si sono comportate egregiamente, poi con il loro colore fluo ora fanno la loro bella figura indossate sotto i jeans, anche qui estreme!

New Balance Fresh Foam Beacon v1-v3 (dal 2018 al 2021)

Non nego che questa è stata la mia scarpa preferita per parecchio tempo, infatti nel giro di quattro anni ne ho prese ben 6 paia (di 2 generazioni diverse). Una scarpa molto leggera ma allo stesso tempo con tanta ammortizzazione, più dinamica che reattiva e adatta a fare un po’ di tutto. Avevo molte perplessità sulla suola che in pratica poteva contare solo 3 punti specifici di gomma dura, ma in realtà non ho mai avuto problemi neanche sul bagnato; forse sulle strade bianche era meno indicata. Usata per la maratona di Verona e anche alla maratona di New York. Come spesso capita poi smettono di farle.

New Balance Fresh Foam Vongo v2 (2018)

Erede delle stabili Vazee Prism e delle 870 senza conservarne i pregi, pesanti, dure, anche qui pessima scelta per me, unica nota positiva è che non sono brutte, per cui sono riuscito a venderle facilmente su Vinted.

New Balance 1400v6 (2019)

Scarpe ultraleggere da allenamenti veloci e ripetute, per i miei piedi non gestibili oltre i 10km, molto reattive e con una sensazione di grip del terreno fantastica; a rischio infortunio se usate spesso. Il drop 10 non è però tra i miei preferiti, il mio tendine d’achille predilige tra i 6 e e gli 8 mm (anche se poi…)

New Balance Fuelcell Propel (2019)

Acquistate per provare la nuova schiuma Fuelcell, ne parlavano bene ma per me la scarpa era troppo morbidosa con sensazione di affossamento del piede, dopo qualche centinaio di km riciclata per camminare e poi via libera a Vinted.

New Balance Fresh Foam 1080v10 (2020)

Viste le ottime recensioni decido di dare una nuova chance alle 1080 ed effettivamente il modello v10 è stato un salto in avanti pazzesco di New Balance, la scarpa era completamente diversa rispetto la vecchia v5, molto più reattiva e leggera e con grande comfort nelle lunghe distanze. L’unico problema che ho avuto è la calzata un po’ troppo avvolgente per il mio tipo di piede, davano un po’ di fastidio e senso di costrizione nella zona del collo. Il grip sull’asfalto è buono ma molto meno bene sulle strade bianche. Ottimo comportamento alla NYC Virtual Marathon.

HOKA ONE ONE Clifton 8 (2021)

Volevo provare una nuova scarpa per i lunghi maratona e dopo vari consigli mi sono approcciato a queste HOKA, più leggere delle 1080 e con una struttura molto diversa. Per abituarmi al drop 5 mi ci è voluto un po’, complice anche qualche seccante infortunio, ma poi è stato solo amore. Con queste ho fatto il mio attuale PB in maratona, le scarpe sono infatti confortevoli, molto ammortizzate e allo stesso tempo piuttosto leggere. Colorazione molto appariscente…

New Balance Fuelcell Rebel v2 (2021)

Schiuma Fuelcelll come le Propel ma scarpa molto diversa. Queste sono fantastiche per allenamenti veloci e gare fino alla mezza, leggerissime e con una bella ammortizzazione secca, reattive, comode, belle e traspiranti. Ottimo grip anche nei cambi di direzione, uno dei modelli New Balance più riusciti di recente, solo un po’ difficile da trovare in sconto, anche se poi è uscito il modello 3.

Saucony Endorphin Speed 2 (2021)

Una scarpa eccezionale, inserto in nylon invece che carbonio ma molto reattiva ed elastica, eccellente su distanze fino alla mezza maratona, oltre inizio a sentirla parecchio instabile sul tallone. Ti dà la sensazione di grande spinta e in effetti si raggiungono più facilmente ritmi (per me) elevati. Trovate forse per sbaglio con uno sconto di oltre il 50% per il modello “Run Shield” (protezione bagnato), sono infatti piuttosto costose a prezzo pieno.

HOKA ONE ONE Rincon 3 (2022)

In questi anni sono passato alle canoniche 3 scarpe per gestire allenamenti tranquilli, ripetute e gare, ma quando si va in vacanza non è che si può sempre portare il guardaroba completo, nasce così l’esigenza di avere una scarpa tuttofare, che possa andare bene per un po’ di tutto (eccetto i trail). La scelta è caduta su queste Rincon 3, un modello che si è rivelato eccellente per allenamenti in salita, lunghi (non troppo) e ripetute. Unisce grande reattività a estrema leggerezza, sempre comoda e ben ammortizzata e con un costo ragionevole. Forse l’unica nota negativa è la suola che si consuma abbastanza in fretta.

New Balance Fresh Foam 1080v12 (2022)

Come le v10 con poche modifiche, fortunatamente la calzata è diventata più comoda per il mio tipo di piede e la conchiglia del tallone migliorata. Forse hanno guadagnato qualche decina di grammi ma sono sempre scarpe estremamente comode per le lunghe distanze, meno bene per ricercare la velocità rispetto alle Clifton. Unica accortezza: vestono più grandi e ho dovuto prendere mezzo numero in meno rispetto al solito (quindi 44 invece di 44½). Non male il supporto offerto alla Lago Maggiore marathon. Sono ancora in servizio.

HOKA ONE ONE Mach 4 (2022)

Come la Rincon ma un po’ più stabile e adatta a distanze più lunghe, una scarpa molto leggera e reattiva. La suola non ha gomma dura, rimane da vedere quanto potrà durare, dopo un centinaio di km nessun problema comunque, anche queste sono ampiamente ancora in uso. [Dismesse dopo oltre 600km, pensavo peggio]

ASICS Evoride 3 (2023)

Prima volta nel mondo Asics, incuriosito da ottime recensioni e dalle condizioni di vendita della casa madre (sconto del 40% nell’outlet Asics). Sono decisamente secche e superleggere, grip eccezionale e la gomma della suola sembra durevole. La sensazione è che prediligano i ritmi più veloci anche se non sfigurano nel lento. Le scarpe fano sentire molto il contatto con il terreno, le userò per distanza massima di una mezza a ritmi veloci, per i lavori in pista o comunque per fartlek e similari. Di sicuro non adatte per me a distanze maggiori.

HOKA ONE ONE Mach 5 (2023)

Confermano le ottime impressioni della versione precedente, forse ancora più reattive. Francamente la mia struttura fisica non mi rende fiducioso di usarle in una gara lunga come la maratona, offrono protezione ma non così tanta da garantirmi una gara tranquilla. Meglio usarle su distanze minori o come allenamento tuttofare.

Saucony Triumph 20 (2023)

Esiste già il modello 21 ma il precedente si trova al 50% e sostanzialmente suola e intersuola sono identiche. Cambia la vestibilità e in effetti, come lamentano in molti, i lacci sono piuttosto corti, li ho sostituiti e il comfort ora è perfetto. L’altezza dal suolo è consistente (37 mm) ma non soffrono di instabilità, anzi. Presa per valutarla in maratona, scarpa super ammortizzata, morbida ma reattiva, la sensazione è eccellente. Usata su un lungo veloce e a gambe stanche hanno offerto un grande aiuto, il cuscino supporta bene sia per appoggio di avampiede che di tallone. Promosse anche su lunga distanza, non usata in maratona perché poi ho trovato la prossima scarpa…

Saucony Endorphin Speed 3 (2023)

Finalmente riesco a trovarla a un prezzo abbordabile (anche se avrei preferito un colore diverso) e dopo un test alla mezza maratona di Foligno la promuovo per la prossima maratona di Atene. Molto simile alla versione precedente, forse un po’ meno “sbarazzina” e scattante ma con un senso di stabilità decisamente superiore. La vestibilità è ottima offrendo uno spazio molto ampio per l’avampiede, cosa che mi consentirà di gestire meglio le lunghe distanze (la Triumph è molto più avvolgente infatti). In gara è stata perfetta con il giusto equilibrio tra leggerezza, reattività e anche tanta protezione.

SCARPE DA FUORISTRADA

Per vagare tra i sentieri ho ritenuto meglio utilizzare scarpe specifiche da trail, questo tipo ha comunemente una suola adeguata al terreno sconnesso e una protezione maggiore, soprattutto per la punta del piede che è sempre a rischio di sbattere contro sassi o peggio…

New Balance Leadville v3 (anno 2016)

Scarpa da trail che, se ben ricordo mi si consumava tutta su un lato del piede sinistro. È vero che appoggio male, ma questa è stata l’unica a presentare il tipo di difetto. Abbandonata appena possibile.

New Balance Summit Unknown (2018)

Scarpe piuttosto estreme, ottimo grip ma molto leggere e poco protettive, per assecondare alcune velleità velocisitiche sui percorsi sterrati, poi subito ridimensionate. Ad ogni modo mi sono trovato abbastanza bene ma poi ho preferito proseguire con modelli meno minimalisti. La struttura della scarpa deriva direttamente dalla 1400v6.

Salomon Speedcross 4 (2018)

Scarpa da fango o cross, sembra rigida ma sotto sotto non è poi così male. La tassellatura è importante, l’aderenza sui terreni molto bagnati è eccezionale, ottima anche per fare trekking. L’asfalto non è chiaramente il suo target.

Salomon Sense Ride 3 (2020)

Scarpa tuttofare, mi sono trovato molto bene su tutte le superfici, leggera ma protettiva. Usata al mare su sentieri secchi e rocciosi ma anche su fango, in mezzo ai guadi e in gara su terreno misto. È adatta un po’ a tutto e si comporta bene anche sui tratti asfaltati.

HOKA ONE ONE Torrent 2 (2022)

Giudizio sospeso causa fascite plantare che mi impedisce di correre sullo sterrato e sulle pendenze. La prima uscita comunque non è stata affatto male, ottime sensazioni e buon grip su vari tipi di terreno, ma il fondo si sente e il tallone in cattive condizioni non gradisce.


Al momento, con le scarpe elencate sopra ho percorso poco più di 22.000 km, ben oltre metà della circonferenza terrestre.

E i vostri modelli preferiti quali sono?

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