Atene, maratona di emozioni tra storia, sport e solidarietà

Il traguardo

Partiamo dall’arrivo, quando dopo un tratto in discesa avvolto da ali di folla festante sono entrato nello stadio Panathinaiko, con le tribune gremite di persone che applaudivano. L’emozione mi ha travolto fino a sentire i brividi sulla pelle. Ho percorso mezzo giro della celebre pista nera, con il mio ramo d’ulivo in mano, immerso in un’atmosfera assolutamente magica.

Ho tagliato il traguardo alzando le mani verso il cielo, in segno di ringraziamento. Poi, mi sono raccolto per un po’ in me stesso, commosso, per condensare in un pianto liberatorio questa mescolanza fortissima di emozioni contrastanti: gioia, sofferenza, gratitudine, dolore, quasi incredulità per avercela fatta.

Non ci sono foto o strumenti social che possano trasformare tutti i sentimenti in parole, questa esperienza rimarrà custodita solo nel cuore e nell’anima di ciascuno, come un ricordo indelebile.

La premessa

Andando a ritroso nel tempo, sappiamo che la battaglia di Maratona è famosa per la leggenda dell’emerodromo Fidippide che, secondo Luciano di Samosata, avrebbe corso ininterrottamente da Maratona ad Atene per annunciare la vittoria e giuntovi, sarebbe morto per lo sforzo. Pur trattandosi di una commistione di storie antiche, il racconto di tale impresa è resistito nei secoli fino a ispirare l’ideazione della gara podistica della maratona, che nel 1896 fu introdotta nel programma ufficiale della prima edizione dei giochi olimpici moderni tenutasi ad Atene.

FIDIPPIDE - L'utente che ha caricato in origine il file è stato Hammer of the Gods27 di Wikipedia in inglese - Trasferito da en.wikipedia su Commons.; transfer was stated to be made by deerstop., CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=10678815

Ringrazio Wikipedia, ma salterei direttamente ai giorni nostri. Dopo un anno difficile, con qualche problema fisico, ho ripreso a gareggiare e ad allenarmi regolarmente. A marzo ho avuto una lesione al muscolo del retto femorale, ma con un mese di terapie sono tornato in forma. A fine giugno ho partecipato a un bel giro cicloturistico attraverso le Alpi.

Il triathlon

Il materiale per la gara di triathlon olimpico del Brasimone

Subito dopo, a inizio luglio, ho potuto esordire anche nella mia prima (e spero non ultima) gara di triathlon in versione olimpica. Sono parecchi anni che coltivo questo sogno nel cassetto e che è rimasto tale per tutto questo tempo. Lo stop della corsa causa infortunio ha favorito l’aumento del training su nuoto e ciclismo per cui ho colto la palla al balzo.

Sapevo che non sarebbe stato facile, sia dal punto di vista organizzativo che economico (sport piuttosto costoso). Per l’organizzazione, mi sono rivolto ad amici della T3 Triathlon, che mi hanno dato un grande aiuto. Per l’aspetto economico, invece, ho scelto il migliore compromesso tra vicinanza e tariffa d’iscrizione e trovato la gara perfetta: il triathlon del Brasimone, con un percorso ciclistico di 700 metri di dislivello e una corsa con un’altimetria piuttosto nervosa.

Mi sono studiato bene tutte le fasi di transizione, il posizionamento ottimale dei materiali e ho provato diverse volte la transizione bici/corsa, ma nonostante tutto mi sono avvicinato al giorno della gara con mille paure e incognite (anche per il caldo estremo di quei giorni).

  • Nuotata (1500 m): partenza difficile (prendo un calcio e quasi mi si stacca l’orologio, poi si sposta l’occhialino), ma recupero e ritmo accettabile.
  • Ciclismo (40 km): percorso impegnativo, gambe cotte alla fine.
  • Corsa (10 km): fatica, transizione dura, ma supero gente messa peggio.

Classifica: con mia estrema soddisfazione mi sono piazzato a 2/3 della generale e metà di categoria.

La tabella

Poi sono partito verso fine mese per un periodo di ferie, già tribolavo con un problema al piriforme che mi era saltato fuori poco prima del triathlon e ho cercato di fare una settimana di riposo per dedicarmi a SUP, nuoto in apnea e camminate. Poi sfortunatamente le ferie hanno coinciso anche con l’inizio della temuta tabella.

La tabella degli allenamenti è uno strumento di tortura in formato excel, ogni casella corrisponde ad un supplizio diverso e si potrà correre bene la maratona se si riuscirà a resistere a tutti i 900 km espressi nelle 15 righe.

Nella zona del Cilento c’è parecchia salita, quindi nelle prime due settimane ho cercato di non strafare per non infiammare ulteriormente la mia gamba. Ho visitato Lentiscosa, Camerota e Licusati, fatto trail verso gli Infreschi con paesaggi mozzafiato e un caldo e un’umidità insopportabili già alle 7 di mattina. In Calabria ho corso solo un po’ tra Tropea e Capo Vaticano, con un po’ meno dislivello, ma ancora tanto caldo.

Al rientro gli allenamenti sono proseguiti principalmente con i miei compagni di (s)ventura Antonio e Michela. Antonio è il pizzaiolo più veloce del West, o quantomeno di Sasso Marconi, Michela imparerete a conoscerla quando la vedrete sfrecciare davanti a voi chiacchierando con nonchalance.

Non vi annoio con gli allenamenti, sono sempre uguali (vedi questo articolo). In compenso ho finalmente capito che il dolore al gluteo destro era un problema di compressione del nervo sciatico, riuscendo a contenerlo solo nelle ultime settimane.

La solidarietà

Run with heart

Quando siamo ormai pronti per la partenza abbiamo l’occasione per unire la nostra passione per la corsa alla solidarietà tramite un progetto della Fondazione Policlinico Sant’Orsola che ci è stata presentata dal nostro sponsor tecnico MEC Italy. Ci affiliamo per promuovere l’iniziativa “Battiti” che si prefigge di adottare soluzioni tecnologiche innovative per la cura e il rientro all’attività sportiva di soggetti che hanno subito un trapianto di cuore. Come qualcuno saprà sono molto sensibile ai problemi cardiaci.

Nasce quindi all’interno della nostra squadra anche una bonaria rivalità su chi riceverà più donazioni. Questa “gara” è comunque ancora in corso, almeno fino a Natale di questo 2023, oltre a noi ateniesi ci sono anche due ragazzi del gruppo che in contemporanea hanno corso la maratona di Ravenna.

Il CSI Sasso Marconi pronti alla partenza in trasferta

I preparativi

Si parte con il gruppo per Atene venerdì, in ordine un po’ sparso in quanto prenotati con compagnie aeree diverse; nella capitale greca ci accoglie un temporale con pioggia battente e quando andiamo per ritirare i pettorali siamo piuttosto inzuppati. Doveva essere caldo, o almeno l’intelligenza artificiale così aveva previsto!

La sera ci sediamo per mangiare una sostanziosa cena in salsa ellenica, con souvlaki, gyros pita, tzatziki, insalata greca, moussaka e l’irrinunciabile birra Mythos. La digestione non sarà delle più agevoli, ma abbiamo ancora un giorno di margine.

Sabato il tempo è decisamente migliore  e ci godiamo una splendida giornata da turisti tra il museo archeologico, l’Acropoli e le pittoresche stradine della Plaka, con annesso fish therapy per i nostri stanchi piedi. 

La sera evitiamo di mangiare fuori, la cucina dell’appartamento era ben attrezzata, quindi ci siamo sbizzarriti con la fantasia. Abbiamo inventato una pasta italo-ellenica con fusilli nostrani e un condimento a freddo di feta, olive Kalamata, pomodoro fresco, origano e olio. Un piatto da leccarsi i baffi ormai battezzato come pasta maratona.

Dopo aver cenato siamo andati a letto presto, perché la sveglia sarebbe suonata alle 4:45. Non volevamo arrivare alla partenza affamati, quindi abbiamo fatto una colazione ben sostanziosa mantenendo inalterato lo spirito greco grazie a yogurt, kefir e pane locale.

Espletate le pratiche corporali abbiamo preso il bus che ci ha portati alla partenza di Maratona, e già qui abbiamo iniziato a intuire che le salitelle pronosticate non si adattavano proprio al vezzeggiativo usato.

Arrivati al via ci danno acqua, antivento per ripararci dal freddo (erano le 7) e la disponibilità dello stadio per riscaldarci e usare i (terribili) bagni chimici. Finalmente riusciamo a fare una foto di gruppo e poi ciascuno si avvia alla propria griglia di partenza.

Prima dello sparo abbiamo la musica che ci carica e anche tanto spazio a disposizione, poi lo speaker pronuncia in greco, e poi in inglese quello che mi pareva una sorta di giuramento olimpico dove promettiamo di gareggiare in modo rispettoso delle regole. Un momento abbastanza emozionante anche questo.

La gara

Tracciato della Maratona di Atena, l'autentica

Non c’è tempo per pensarci troppo, partono subito i top runner e dopo poco avanziamo anche noi all’arco di partenza e bam, pronti via!

Io ero in compagnia di Antonio e abbiamo cercato di stare insieme almeno i primi km, all’inizio il percorso è pianeggiante o in leggera discesa e abbiamo tenuto un ritmo intorno ai 4’45” o poco superiore.

Dopo 4 km c’è una deviazione che porta verso il mare, un “avanti e indietro” che ti permette di vedere i tuoi compagni di squadra e anche ricevere il ramo d’ulivo da portare fino al traguardo. 

Si continua a questa velocità fino circa al 10° km, qui inizia la salita e lascio andare Antonio con il suo ritmo (che terrà prodigiosamente fino all’arrivo), io prudentemente inizio a rallentare ma, ripensandoci, non abbastanza. Qui il sole ha cominciato a far capolino e le nuvole dissolversi, da questo punto il caldo l’ha fatta decisamente da padrone e la decisione di usare la visiera quanto mai azzeccata.

Si continua con molta salita e anche qualche discesa fin verso il 17° km, poi un paio di km più “facili”. Al 19° inizia il resto della salita che, se si eccettua per un paio di sottopassi, non darà tregua  fino al km 32. È tanta, veramente tanta strada da percorrere, è emblematico come già verso il 20° km iniziassi a chiedermi come avrei fatto a finire la corsa. Ho pregato e poi ho cercato di concentrarmi per risparmiare energie accorciando la falcata.

Un altro fattore di stimolo l’ho trovato nel grande calore del pubblico. Lungo la strada (in fin dei conti abbiamo percorso la statale che porta alla capitale) decine di migliaia di persone ti incoraggiano, ti urlano bravo, dimostrano di essere spettatori veramente interessati a far parte di questo evento eccezionale. E poi moltissimi bambini, avevo le mani consumate da tutti i cinque dati!

Ho corso a New York e non avrei mai immaginato di trovare un entusiasmo simile anche qui, anzi forse maggiore, in special modo quando si arrivava al culmine delle tante collinette. Confesso di aver fatto qualche decina di metri camminando lungo le difficili salite dei sottopassi, ma poi sono riuscito sempre a riprendere.

Le salite sembravano non finire mai e ogni valico pullulava di pubblico rumoroso che sembrava di essere nei tornanti dello Stelvio durante il Giro d’Italia. Al 32° abbiamo scollinato definitivamente, quasi non ci credevo, il problema era che a quel punto la tensione  muscolare ai quadricipiti era piuttosto forte ed ero quindi molto preoccupato per i 10 km di discesa.

Cambiato l’assetto mi sembrava di correre lentamente e male, ho cercato quindi di spostare il peso un po’ in avanti per sfruttare la forza di gravità, i chilometri passavano con una lentezza mostruosa. I ristori, fortunatamente molto frequenti, erano come un’oasi nel deserto e ne approfittavo anche qui per camminare un pochino e cercare di rianimarmi.

Le gambe imploravano di fermarsi ma la testa non ne voleva sapere, costringendole a un ritmo tra i 5’ e i 5’30” al km, tutto sommato non male per un finale di maratona. A livello aerobico non avevo problemi, con la frequenza cardiaca piuttosto bassa, i guai erano proprio nell’affaticamento muscolare con i quadricipiti che mi davano segnali inquietanti ogni volta che provavo inutilmente ad accelerare.

Avvicinandoci al finale nel centro di Atene la gente si faceva sempre più numerosa e si stringeva intorno alla strada, le grida di incoraggiamento, sempre più forti, invocavano anche il mio nome impresso sulla maglia, ho cercato di raccogliere le ultime briciole di forza mentale e fisica, da non so neanche io dove, finché non ho intravisto l’entrata dello stadio.

Ho cercato di rallentare ulteriormente per godermi questo momento evitando il più possibile di farmi male, i brividi sono iniziati già da fuori quando ho ripreso il mio rametto d’ulivo, il finale… beh quello l’ho già svelato!

Una gara dura, durissima, oltre 350 metri di dislivello concentrati per la maggior parte in 13 infiniti chilometri, correre una maratona partendo da Maratona è un’esperienza unica. E arrivare ad Atene dentro lo stadio Panathinaiko ti riempie di emozioni straordinarie, facendoti sentire parte di una storia millenaria!

I risultati

Questa maratona è stata un successo per tutti i partecipanti del nostro gruppo, oltre ad averla portata a compimento, il che non era scontato, abbiamo registrato anche diversi risultati eccezionali nell’ambito del ranking degli atleti di nazionalità italiana, in particolare un 2°, 4° e 9° posto nelle rispettive categorie femminili e un 3°, 7°, 8° e 9° in quelle maschili.

Ma la tenacia è stata ammirevole per tutti, comprese le nostre due valorose ragazze Antonella e Valentina impegnate nella contemporanea 5 km. Ecco i dati completi riferiti al CSI Sasso Marconi con i relativi piazzamenti in maratona.

Classifica ufficiale 40ma Maratona di Atene, atleti del CSI Sasso Marconi

Altre considerazioni

Piuttosto una raccomandazione, prestare veramente attenzione agli oggetti preziosi in metropolitana. Al rientro verso l’aeroporto sono stato derubato del portafoglio, non so bene come ma sono piuttosto abili; anche senza documenti, dopo un po’ di pratiche burocratiche sono comunque riuscito a partire.

Altra cosa, la logistica, il nostro gruppo era abbastanza folto, circa 25 persone dislocate geograficamente non lontane ma neanche così vicine da poter riuscire a stare sempre insieme. Anche gli aerei per vari motivi sono stati prenotati su compagnie differenti. Col senno di poi magari si poteva organizzare meglio.

Ma ci sarà una prossima volta? Sto ancora elaborando tutti i sentimenti conflittuali e, contrariamente ai pensieri di rinuncia avuti in gara, avrei già il desiderio di ripetere l’esperienza!

Ho trovato infatti questa maratona molto vera, concreta, più gara e meno manifestazione folkloristica rispetto a quello che per esempio si può trovare a New York.

New York?

Già, in effetti mi hanno segnalato un post social dove si confrontava New York con Atene a favore di quest’ultima, la cosa mi ha incuriosito visto che le ho corse entrambe. Riporto i punti più salienti sui quali mi trovo effettivamente d’accordo:

Prezzo: il costo del pettorale di Atene costa 50 euro, a New York 500, inoltre per correre a New York devi quasi obbligatoriamente pagare una agenzia di viaggio, ad Atene ci si può organizzare liberamente e alla fine il costo totale della trasferta si aggira sui 350-400 euro contro gli oltre 2.000 della Grande Mela (stando molto attenti alle spese tra l’altro).

Logistica: per correre a New York occorre svegliarsi alle 4 del mattino, prendere un autobus privato a pagamento e aspettare 3 ore prima della partenza. Ad Atene hai un bus gratuito che ti trasporta da Atene a Maratona fino alle 6.45 del mattino, 1 ora e mezza circa prima della partenza. Inoltre anche i runner con tempi scarsi partono ad orari umani (partenze scaglionate ogni 3 minuti), a New York le ondate sono ogni 20 minuti e si rischia di partire quando i professionisti (o anche i propri compagni di squadra più veloci) sono già a metà percorso e oltre, nel frattempo bisogna aver aspettato un tempo eterno.

Pubblico: lungo le strade greche decine di migliaia di persone ti incoraggiano dimostrando il loro orgoglio per essere spettatori e parte di una giornata eccezionale, ma questo accade anche a New York. L’unica differenza è che il pubblico greco ti regala corone e rami di ulivo.

Tracciato: New York è tosta, ma Atene è ancora più stimolante e se si riesce a passare incolumi il km 32 si potrà accelerare in discesa, inoltre come abbiamo detto, ad Atene si parte da un posticino chiamato Maratona, e questo qualche significato ce l’ha. Inoltre, non me ne vogliano gli americani, l’arrivo a Central Park non  regge il confronto con quello dello stadio Panathinaiko.

Stadio Panathinaiko la sera prima della maratona

Non fraintendiamoci, conservo ancora un ricordo molto appassionato della maratona di New York, ed è anche vero che questa di Atene essendo appena conclusa mi ha lasciato una sensazione più vivida, diamo quindi tempo al tempo e aspettiamo qualche anno per trarre ulteriori conclusioni.

Alla prossima!


Grazie al nostro Michele Armaroli per le bellissime foto, godetevi qualche suo magnifico scatto (cliccare per ingrandire).

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