Il SUP, sport o pseudo-materassino?

Varrà la pena scrivere un articolo su questo sport, lo Stand Up Paddle? Sono tentato di farlo solo perché ho visto quanto sia popolare ma allo stesso tempo praticato in modi molto maldestri.

Sono appena rientrato da qualche settimana di vacanza al mare e posso dire di aver constatato direttamente che il SUP è veramente l’attività che va per la maggiore in acqua. Le tavole si moltiplicano ma con esse anche il numero di persone che le usano come se fosse un materassino o una piattaforma per i tuffi, oppure semplicemente pagaiando alla buona da seduti o in ginocchio; si chiama Stand Up Paddle, che appunto significa letteralmente “in piedi“!

Non nego che ciò sia comunque divertente e di averla sfruttata anche io nei momenti di relax, ma usare il SUP come un attrezzo sportivo e sfruttarne le sue potenzialità è veramente fantastico!

Mah, direte, che ci trovi di bello? Si va piano, bisogna sempre aggiustare la direzione, si cade facilmente… Beh, niente di tutto ciò, ovvero tanto forte non si va (parlo per me), ma il senso di libertà e la possibilità di godere di posti altrimenti quasi impossibili da raggiungere è ineguagliabile. Solo il kayak si può paragonare, ma la posizione da assumere per pagaiare grava molto sulla schiena.

Con il SUP si può andare piano in assoluto relax, si può accelerare e fare veramente fatica, si prende il sole senza patire il caldo, si gode il vento (se non è troppo), il fondale sottomarino (se non vi fermate alla riviera romagnola, non me ne vogliano) e i tanti luoghi incantevoli facilmente accessibili con questa tavola. Qui di seguito un po’ di foto delle grotte a Marina di Camerota, lungo il tratto di costa che va verso Porto Infreschi.

Poi, lo confesso, ho un debole per la pagaia! Sono sempre stato un po’ negato per gli sport che necessitano l’uso delle gambe (incredibile eh), forse perché in giovane età ero grassottello e quindi mi muovevo con più fatica. Verso gli 11/12 anni abitavo vicino alle rive del fiume Reno (a Casalecchio) e lì il Circolo Canottieri Brasimone praticava l’attività di Canottaggio e Canoa/Kayak. A quei tempi c’era ancora il commendator Gastone Piccinini, storica medaglia d’oro al Valore Militare, mentre mia sorella si iscrisse ai corsi di canottaggio (con ottimi risultati nel tempo) io provai con il kayak.

Ho imparato le tecniche di pagaiata e l’equilibrio su un K1 sottile e filante come un missile. Ho fatto anche qualche gara con discreti risultati ma poi ho desistito dalla pratica sportiva per non ricordo bene quale motivo, ma tant’è. Mi è rimasto però perfettamente chiaro tutto il tempo impiegato solo per imparare a gestire l’equilibrio, questo perché il K1 era largo come il mio sedere (o forse meno) e bastava un niente per cadere nelle acque fangose del fiume.

Mi è sempre rimasto il voglino e qualche anno fa ho ceduto alla tentazione acquistando un kayak gonfiabile a 2 posti, una roba semiseria con cui io e mia figlia ci divertiamo soprattutto al lago. A proposito, anche lei è molto brava con la pagaia, forse ha avuto un ottimo maestro 😉

Insomma, il kayak è bello, ma il SUP è più versatile, specie per l’estate quando puoi tuffarti in acqua per rinfrescarti, e poi contrariamente al kayak non crea problemi di affaticamento alla schiena, si può girovagare per ore senza alcun dolore, sempre che il mare (lago, fiume) non sia troppo agitato, in questo caso occorre prestare molta attenzione perché può rendere molto difficoltosa la navigazione. Provo a riassumere pregi e difetti dei due diversi “natanti”, senza alcuna presunzione, solo da profano utilizzatore amatoriale:

Pro del kayak:

  • utilizzabile anche in condizioni leggermente avverse e con vento forte (con cautela)
  • divertimento per 2 persone
  • si può avanzare a velocità sostenuta (se chi pagaia è capace)
  • è possibile imbarcare sacche da trasporto molto capienti

Contro del kayak:

  • faticoso per la schiena per la posizione sempre fissa
  • difficile salire/scendere
  • abbronzatura con le righe a causa dei rotolini di ciccia 🙂

Pro del SUP

  • grande sensazione di libertà
  • grande versatilità, è possibile anche agganciare un sedile e trasformarlo in kayak (ma serve pagaia apposita)
  • facilità di salire/scendere
  • abbronzatura uniforme (serve tanta protezione)
  • fa figo, ma solo stando in piedi 😎

Contro del SUP:

  • difficoltà ad avanzare in caso di forte o moderato vento contrario
  • difficoltà in caso di acque mediamente o molto agitate

In fin dei conti, se siete da soli, potete andare in giro con il SUP caricando nel portaoggetti la parte di pagaia mancante, in questo modo per le emergenze sarà sempre possibile sedersi e avanzare da seduti utilizzando la pagaia in stile kayak. Ma può essere anche sufficiente utilizzare il SUP stando in ginocchio in modo da essere meno frenati dal vento.

Che si usi il SUP oppure il kayak è comunque necessario un minimo di conoscenza delle tecniche di pagaiata, di come restare in equilibrio, come fermarsi, virare all’improvviso, ecc. Lungi da me insegnare qualcosa sul kayak, però mi sento di dare qualche consiglio almeno per il SUP visto il modo in cui viene generalmente (male) utilizzato.

La scelta del materiale

Se siete al mare o al lago e volete provarlo allora c’è poco da scegliere, userete quello che il noleggio fornisce e che di solito è indicato per un uso molto generico. Io l’ho noleggiato per un paio d’anni prima di decidermi all’acquisto. Ne volevo uno mio in modo da non avere vincoli sul tempo di restituzione.

Esistono tavole rigide (ho iniziato su queste) o più comunemente gonfiabili, anch’esse molto rigide ma anche più leggere e quindi generalmente un po’ meno stabili, ma ci si fa presto l’abitudine. Su questo sito si può trovare una guida più completa di come scegliere una tavola da SUP.

Per ragioni di spazio e comodità di trasporto ho optato per una tavola gonfiabile che avesse questi requisiti:

  • Adatta per mare e lago e anche per acque leggermente agitate (versatilità più che velocità)
  • Con corde elastiche portaoggetti capienti
  • Con anelle alle quali agganciare un sedile da kayak
  • Leggera per facilitare il trasporto
  • Con sacca da trasporto compatta
  • Con un costo non esoso

Sembra facile ma non lo è, ci sono centinaia di modelli che a prima vista sembrano tutti uguali ma a uno manca una cosa ad un altro ne manca un’altra, insomma ci ho impiegato un po’ e ho aspettato i primi mesi dell’anno per i saldi. Ho scelto questa, anche se l’ho pagata meno: Key West Pearl.

Avevo già il sedile da kayak e la pagaia doppia, così come una sacca impermeabile per trasportare varie cose utili come telefono, documenti e altro; trovate tutto qui al Decathlon, un volume di 10 litri sarà più che sufficiente.

L’unica cosa che mi mancava e di cui ho avvertito la necessità è una corda con un moschettone per agganciarsi a boe o altro, mi sono dovuto un po’ arrangiare ma sarà il mio prossimo acquisto.

Ecco cosa porto generalmente nei miei giri:

  • Il leash, ovvero il laccio che unisce la caviglia alla tavola (utile specie se c’è vento perché in caso di caduta il SUP potrebbe allontanarsi parecchio)
  • Sacca impermeabile con telefono, documento, un po’ di cibo e acqua (questa si può tenere anche fuori)
  • Pinne (pinnette) e maschera con boccaglio, per poter esplorare i fondali
  • Occhiali da sole o cappellino
  • Pagaia doppia (divisibile) solo se le previsioni meteo davano vento forte oppure in caso di uscita in modalità kayak
  • Giubbotto salvagente (se condizioni non ottimali)

Il tutto si inserisce comodamente nelle bretelle elastiche che sono solitamente a prua.

Sto chiaramente parlando della pratica durante il periodo estivo, non entro nel merito dell’abbigliamento in caso di freddo, qui ognuno si faccia le sue valutazioni.

Documentarsi sulla tecnica

Come detto, si vedono spesso cose a dir poco strampalate, gli errori più comuni che si fanno con il SUP (oltre al fatto di non stare in piedi) sono:

Come regolare l’impugnatura
  • Non regolare l’altezza della pagaia
  • Pagaiare con la pala al contrario (ha un verso)
  • Impugnare la pagaia con le braccia ravvicinate (che poi è lo stesso errore dei neofiti sul kayak), la pagaia va tenuta con una mano sul pomolo (oliva il termine tecnico) e l’altra circa al centro
  • Pagaiare con la pala troppo lontano dalla tavola

Sono solo i primi che mi vengono in mente, su YouTube si trovano moltissimi video su questo argomento, uno fatto molto bene è questo, è in inglese ma è facile capire gli errori e come correggerli. Anche questo (in italiano) dà ottimi consigli.

Un aiuto molto valido l’ho trovato su mobilesport.ch dove si può leggere un articolo piuttosto completo sullo Stand Up Paddle al cui interno troverete tantissime informazioni utili sia per documentarsi sui materiali che sulle tecniche di manovra, oltre che come regolare l’altezza della pagaia (empiricamente circa 20 cm oltre la propria altezza).

Per comodità incorporo anche qui le schede (non si sa mai che le tolgano dal sito, cosa piuttosto frequente).

Consigli vari

Come autodidatta poco più che neofita non è che possa dare consigli autorevoli, ma qualcosa ho imparato e provo a trasmette la mia esperienza.

È importante durante lo scivolamento in acqua cercare di mantenere una propulsione della pagaiata costante, senza forzare il ritmo. Pagaiando in modo corretto pescando l’acqua avanti non sarà necessario cambiare verso di pagaiata frequentemente, vedrete che il SUP andrà molto dritto (sempre che non ci siano onde molto alte o forti correnti).

Non guardatevi mai i piedi altrimenti il vostro equilibrio sarà precario e rischierete di cadere (parlo per esperienza). Cercate sempre di tenere lo sguardo verso un punto più o meno fisso davanti. Questa è una regola generale della propriocezione, vale anche stando fermi su una gamba sola sul pavimento di casa!

Verificare sempre le previsioni del tempo (compreso il vento) prima di avventurarvi in lunghe escursioni. Se possibile è preferibile fare l’andata con vento e corrente contraria e il ritorno a favore (sarete più stanchi infatti).

Le prime uscite per provare il SUP fatele senza allontanarvi troppo dalla riva, in questa situazione sarebbe utile avere il mare (o lago) mediamente agitato così si prenderà una maggiore confidenza con l’equilibrio e dopo nulla vi potrà spaventare.

Una bella guida al corretto uso del SUP per principianti è consultabile su paddlesurf.it, ve la consiglio.

Infine…

… divertimento e relax sono le parole d’ordine di questa attività, ma non trascurate di uscire un po’ allenati in caso di lunghi tragitti perché il SUP fa lavorare tutto il corpo (vedi articolo). Anche questa intervista offre una panoramica molto molto interessante, analizzando lo Stand Up Paddle a 360 gradi!

Se possibile praticatelo in luoghi ameni per godere appieno del suo aspetto ludico, ecco una playlist con alcuni video scattati nelle mie escursioni in Cilento:

E anche alcuni filmati fatti allo Scoglio del Vadaro, 500 metri al largo di Capo Vaticano (Calabria), un vero paradiso subacqueo, anche in questo caso sono arrivato con il SUP e una GoPro gentilmente prestata dal mio caro amico Francesco; ecco, in questo caso mi avrebbe fatto comodo il moschettone per agganciarmi ma in qualche modo sono riuscito a legarmi a una barca nelle vicinanze…

Qui i link di alcuni tracciati dei giri fatti questa estate:

Spero di avervi fatto venire un po’ di voglia di provare questo fantastico sport; in attesa di aggiornare questa pagina con nuove informazioni vi auguro buon divertimento con un occhio sempre alla sicurezza mi raccomando!

Ciao, a presto…

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