Tour brassicolo in Baviera

Avevo promesso a mia figlia l’Oktoberfest, ma ripensandoci ho preferito optare per un tour della Baviera e dei birrifici. Giovedì partiamo subito dopo pranzo, le nuvole ci accompagnano per gran parte del tragitto in auto; arriviamo a Monaco all’ora di cena, perfetto per la prima tappa alla classica Augustiner-Keller. Il biergarten è enorme, i tavolacci quasi tutti pieni di gente e boccali rigorsamente da 1 litro. Non possiamo esimerci dalla tradizione, l’atmosfera è quanto di più tipico ci sia, donne e uomini che portano al tavolo enormi boccali, nessuno che urla e allegria generale (fer forza)… Per smaltire facciamo un giretto a piedi in centro a Marienplatz, con i colori della sera è magnifica.

Il giorno seguente iniziamo il nostro tour dalla Residenz (la lussuosa dimora dei sovrani di Baviera), poi il nuovo municipio (Neues Rathaus), con il famoso carillon funzionante tutti i giorni alle 11 e alle 12; le 32 figure in rame si animano per 15 minuti.

Saliamo poi sulla torre annessa alla chiesa di San Pietro, ne vale la pena perché si vede tutta la città. Visitiamo la Frauenkirche, il teatro Cuvilliès (capolavoro del rococò) poi girando per il centro ci imbattiamo nella Hofbräuhaus, la storica birreria centrale. Molto turistica ma altrettanto bella e caratteristica con l’orchestrina. Più tardi giretto nei fantastici Englisher Garten, un parco pubblico strabiliante con annesso fiume dove i locali fanno surf. Rimane giusto il tempo per vedere l’Allianz Arena, una struttura davvero impressionante.

Un po’ di riposo in hotel prima di riprendere la via della cena. Meta di oggi: la Schneider Bräuhaus München, ristorante dell’omonimo birrificio. La Schneider originale è una weiss fantastica: piena, corposa, aromatica. Provata anche la Mein Hopfenweisse, molto luppolata e fruttata (8,2 gradi, un mix tra weisse e IPA), a dir poco eccezionale! Rimaniamo a vedere la partita, tra un gol e l’altro di Cristiano Ronaldo ci gustiamo anche una dunkel Aventinus. In albergo ci attende fuori una squadra amatoriale di Hockey di Francoforte che vuole condividere un amaro, ci facciamo anche un Ramazzotti (sigh) prima della buona notte.

Sabato iniziamo con la visita del magnifico Castello di Nymphenburg, il parco annesso e il giardino botanico. Poi si va a Kelheim, un paesotto sul Danubio dove parte il traghetto per la visita alle famose “Gole”, una strettoia con rocce antichissime a strapiombo sul fiume. Da Monaco c’è un’oretta di macchina e si passa per la “Hopfenstraße” ovvero la strada dei luppoli, lungo il tragitto ne abbiamo ammirate enormi distese. Ne approfitto anche per fare il pieno di gasolio, qui a 1,250.

Il paesaggio sul fiume è magnifico, ma in realtà il traghetto è solo una scusa per arrivare al monastero di Weltenburg, il più antico della Baviera e sede dell’omonimo birrificio che è anche il più antico al mondo (tra quelli ancora in attività come monasteri). Qui ci fiondiamo nell’immancabile biergarten e assaggiamo (tra le altre) la Barock Dunkel, la “miglior dunkel al mondo” (al Beer World Cup 2018). 

Inizia a fare caldo… il Danubio pullula di kayak, skiff, canoe canadesi, sup e gommoni con tedeschi molto allegri, molti fanno il bagno. Da lontano l’acqua non è il massimo, ma a riva ci sono sassolini non troppo grandi e l’acqua è molto pulita, infiliamo i piedi per rinfrescarci. Aspettiamo il traghetto per il ritorno e siamo già affamati.

Abbiamo pernottato in un birrificio (ti pareva) di Kelheim: Frischeisen, ceniamo direttamente in albergo. Il menu è essenziale, la weisse alla spina da mezzo litro (taglio minimo) costa 2,70 (avete capito bene, due euro e settanta), e non è niente male. Domenica mattina mi sveglio presto e decido di rifare di corsa il giro del traghetto (o almeno una parte) seguento il sentiero che costeggia il Danubio, si rilvelerà un’ottima idea visto che il paesaggio all’alba era splendido. Colazione e visita al Befreiungshalle, un monumento eretto da Ludovico I di Baviera per commemorare le vittorie su Napoleone durante le Guerre napoleoniche. Da quassù si gode di un ottimo panorama sul Danubio e sul fiume Altmühl, che da lì a poco confluirà nel Danubio stesso.

È il turno di Ratisbona, neanche 30 minuti di strada normale in mezzo alle verdi colline, arriviamo in pieno centro storico per lasciare i bagagli in albergo e iniziamo il tour per la città. Ratisbona ha 150.000 abitanti di cui 30.000 studenti, potrebbe sembrare quasi una città medievale italiana, è bellissima, piena di scorci suggestivi. Vediamo l’imponente Duomo gotico, il famoso ponte di pietra (purtroppo in ristrutturazione così come alcune parti del centro storico), Porta Pretoria, varie chiese, strade e palazzi.

All’ora di pranzo ne approfittiamo per visitare la Wurstküche, uno dei più antichi ristoranti della Germania, gli interni sono ristretti e molto caratteristici, ancora oggi sfornano quintali di salsicce che ovviamente assaggiamo seduti con una bella birra. Continuiamo a camminare avanti e indietro per la città poi torniamo in albergo esausti per un po’ di pausa.

A metà pomeriggio usciamo nuovamente per vedere la casa di Keplero e la chiesa luterana, poi visto che è ora della partita scegliamo un biergarten con maxischermo. A Ratisbona ci sono decine di birrerie, tutte bellissime (quella accanto al duomo è una chicca), ma decidiamo per quella del Kloster Weltenburg. Arriviamo al pelo, è tutto pieno ma qui la consuetudine è che i tavoli sono comuni, ne troviamo uno con due posti liberi e partiamo con la prima birra, una Leichte (una weisse leggera, 3 gradi, ma molto corposa).

Facciamo il tifo per le Germania, ma a dire il vero giocano come l’Italia, a metà del primo tempo la prima birra è andata, ce ne arriva un’altra che non abbiamo ordinato ma la accettiamo volentieri. Intervallo, mangiamo anche degli ottimi canederli. A metà del secondo tempo optiamo per le Weltenburger Weißbier-Hell, che non vuol dire infernale ma solo chiara; siamo sempre al top! Un po’ meno la Germania che viene infilzata dal Messico. I tedeschi sono un po’ tristi ma non troppo, li capisco comunque.
Andiamo a smaltire camminando ma dopo un po’ torna fame. Alle 20.30 altro biergarten nell’isoletta che si è creata tra l’intersezione dei fiumi, incredibilmente avevano finito il cibo, vediamo lo stesso Svizzera-Brasile con una Schneider Weiße poi però è necessaria almeno una fetta di torta nel ristorante annesso all’abergo.

Siamo cotti, a nanna e il giorno seguente dopo la colazione ci aspetta un tour per l’acquisto della preziosa cervogia e l’ultima visita che sarà il Monastero di Andechs (ultima solo perché è in direzione dell’Austria). Un’ora e mezza e siamo in questo delizioso borgo con una temperatura all’ora di pranzo più che gradevole. Io devo guidare e oggi al biergarten tocca all’Alkoholfrei (per giunta eccellente, con note di affumicato) mentre mia figlia punta sulla Doppel-bock che è veramente tanta roba. Sosta al negozio, foto di rito e si parte per l’Italia, ultima tappa a Garmisch per il classico panino con Leberkäse, un mattone per la cena che faremo in auto.

Weekend lungo tanto bello quanto devastante, ma assolutamente da rifare (magari integrando la visita alla Weihenstephaner, purtroppo accantonata per motivi di tempo). Prost! 🍻

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