Ciclovia dell’Altmühltal

Quando lo scorso anno ho fatto con mia figlia il tour brassicolo bavarese, avevo notato la mappa di un percorso ciclabile che partiva dalle Gole del Danubio e risaliva dolcemente la Baviera, tra colline e tanta storia da visitare (oltre che biergarten). Così quando è stato il momento di scegliere il tour 2019 abbiamo provato a organizzare questa cosa.

Percorso ciclovia Altmühltal

Premetto che non avevo alcuna esperienza di cicloturismo, pian piano ci siamo documentati sul percorso e poi anche sui negozi che potessero noleggiare un paio di bici con il portapacchi. Dicono che i tedeschi conoscano tutti l’inglese, ma vi assicuro che non è affatto così, almeno in Baviera non è sempre facile. Comunque trovo un negozio a Kelheim che mi manda anche le foto delle bici, il prezzo è buono ma facendomi due calcoli prima di partire decido di investire il costo del noleggio in un buon lucchetto e poi portare nel baule della macchina le nostre biciclette, infatti essendo solo in due abbiamo tanto spazio.

Qualche giorno prima visita all’immancabile Decathlon per acquisto di un po’ di materiale che potrà sempre servire: un robusto portapacchi, una valigia da trasporto e una borsa da manubrio. Prima dell’acquisto ci eravamo fatti tutti i conti del materiale: un cambio al giorno eccetera, con una pratica checklist che abbiamo trovato su qualche sito specializzato e poi personalizzata; alla fine basterà un solo portapacchi con le due borse da 20 litri. Prenotiamo solo la prima notte in albergo a Kelheim in quanto non sappiamo dove ci saremmo fermati di preciso ogni giorno. Restano comunque molte incognite, per esempio i luoghi da visitare, dove fermarci e tanto altro, ma la prendiamo come un’avventura e arriva così il giorno della partenza…

Arriviamo in albergo a Kelheim e la prima nota positiva è che hanno un garage per le bici, opzione che poi scopriremo essere lo standard per tutte le sistemazioni. E’ ora di cena, montiamo le nostre due ruote e ci avviamo al biergarten della Schneider Weisse, il più antico in Europa, almeno così dicono. Un paio di km per sgranchire le gambe dal viaggio di 7 ore, lucchetti in azione, e via a gustare le fantastiche birre dell’omonimo birrificio. Giro turistico per il centro del paese e poi felicemente a nanna pronti per iniziare il vero tour.

Colazione abbondante, tempo un po’ nuvoloso e freschino, perfetto per i ciclisti. Le strade ciclabili sono segnalate molto bene e qui è difficile sbagliare, prendiamo la direzione giusta e dopo poco abbiamo già la prima tappa a Essing, un paesino molto antico e pittoresco dove si trova anche il ponte di legno più lungo d’Europa.

La seconda tappa è Burg Prunn ovvero il castello di Prunn, per arrivarci dobbiamo parcheggiare la bici e salire per 10 minuti a piedi su un sentiero in forte pendenza. Un signore che stava tagliando il prato ci offre di parcheggiare le bici nel suo giardino, noi iniziamo la salita e arriviamo in questo splendido (e completamente deserto) borgo da cui si ammira un bellissimo paesaggio con vista mozzafiato sulla vallata e sul percorso sinuoso del fiume. Torniamo alle bici, le scarpette da MTB un po’ aiutano e non si scivola troppo in quesi sentieri pieni di ghiaia.

Il portapacchi è montato sulla bici di mia figlia, una sorta di cross-country con ruote da 28. Il peso sui 7 kg non si sente troppo mentre si pedala, ma evidentemente qualcosa si perde in frenata, succede così che poco dopo essere ripartiti troviamo una discesa con improvvisa curva a sinistra, io che ero davanti con la MTB freno e giro, mia figlia invece non se ne accorge e tira dritto travolgendomi. Qualche attimo di apprensione poi raccogliamo i mezzi e a parte qualche sbucciatura sembra tutto a posto, decido però di fare il cambio bici, meglio che usi io il “mezzo pesante”. A Riedenburg cerchiamo una fontana dove lavarci le ferite e anche, senza fortuna, un meccanico, perché dopo qualche km ho notato che la ruota posteriore della mia bici si era un po’ imbarcata e andava a toccare un po’ il freno.

Riedenburg molto bella, ma meccanico non trovato, proseguiamo quindi allargando un po’ le morse del freno per non avere troppe noie, continuiamo la nostra ciclabile e passiamo per il Badesee St.Agatha, una sorta di laghetto balneabile vicino al fiume, è ancora freschino e non ci sentiamo di fare il bagno, anche perché tra la caduta e la ricerca del meccanico abbiamo perso molto tempo, alcune donne comunque si tuffano e il posto sembra invitante.

Prossima tappa Dietfurt dove ci fermeremo a pranzare in uno storico biergarten, cibo e bere ottimi (il miglior bratwurst mai provato) e posto veramente caratteristico, nel tragitto fermata anche in una sorta di ricostruzione di villaggio primitivo.

Ripartiamo per Beilngries, Google ci dice che dovremmo trovare un meccanico di biciclette (Fahrrad Zucker), proviamo ad andarci, il proprietario nonostante fossero le 14 stava ancora mangiando ma gentilmente ci tiene le bici e ci dice di ritornare dopo un’ora. Ci prendiamo quindi il tempo per visitare la città, molto molto bella. Al rientro troveremo la bici sistemata bene e oltre alla ruota anche il cambio sincronizzato e la catena oliata. 15 euro spesi ottimamente!

Ultima tappa è Kinding, dove arriviamo abbastanza stanchini e ci fiondiamo nella gasthof che avevamo trovato spulciando gli albergi durante la nostra sosta in attesa delle bici. Sono le 17.30 e non andiamo a mangiare subito, facciamo una passeggiata verso il fiume per sgranchire un po’ il sedere dalla posizione in sella, troviamo con nostra somma gioia un’ansa del fiume dove hanno installato una sorta di persorso Kneipp naturale, ci immettiamo subito per dare un po’ di sollievo alle gambe. Poco dopo andiamo nell’immancabile biergarten per la cena e poi qualche passo per cercare di digerire, ma siamo talmente stanchi che alle 21 crolliamo nel letto, con ancora il sole che illumina la nostra stanza. Tra una cosa e l’altra abbiamo fatto 67 km, è stata una giornata veramente dura, ma grazie a Dio alla fine è andato tutto bene!

Ci alziamo belli riposati verso le 8 meno 20, colazione e partenza, essere senza automobile è una sensazione bellissima, una sorta di “effetto libertà” difficile da descrivere! Il meteo ci dice che oggi (sabato) sarà molto caldo con temperature sui 30 gradi, mia figlia si mette il costume e io mi organizzo per andare in giro senza maglia, sarà un’ottima scelta perché la giornata è stata calda e senza vestiti abbiamo mantenuto un’ottima temperatura. L’avvio è tranquillo, ma dopo alcuni km ci siamo resi conto che eravamo fuori strada, eppure avevamo seguito le indicazioni per la ciclabile, torniamo indietro e giriamo un po’ per cercare di capire, ma avevano ragione loro, qui c’è un intreccio di tre ciclabili e bisogna stare molto attenti a seguire i cartelli giusti.

La strada ha alcuni saliscendi molto belli in cui riusciamo anche a tirare la velocità, qui sono talmente organizzati che anche in mezzo al nulla ti mettono un casotto con le bevande fresche per rifocillarsi. La tappa principale del giorno è Eichstätt, un paesone di 15.000 abitanti con 4.000 universitari, qui troviamo una sagra paesana che occupa buona parte del centro, parcheggiamo le bici e visto che ormai è ora di pranzo ci facciamo un bello stinco con birra da litro (per recuperare energie eh), e poi un’aringa alla griglia a dir poco stupenda. Un giretto anche qui per visitare la città e quattro chiacchiere con l’unica italiana incontrata in questi giorni, ma non è una turista, lavora per l’università locale.

Primo pomeriggio si riparte per la meta finale di oggi: Dollnstein. Il percorso lungo il fiume è molto sinuoso e ci sono belle pareti di roccia, molta gente fa il percorso in canoa, anche noi ci informiamo ma non è semplice in quanto puoi andare ovviamente solo verso il lato della corrente che però è contrario al nostro senso di marcia. Proseguiamo e arriviamo verso le 17 in paese, anche oggi 60 km fatti. Ci rilassiamo un po’ e cerchiamo un posto per dormire sul nostro prezioso vademecum cartaceo; c’è un Ferienwohnung (Casa vacanza) vicino con piscina, proviamo a chiamare ma non risponde nessuno, andiamo allora alla casa con le bici ma non apre nessuno, decidiamo di lasciare un biglietto in inglese con il nostro recapito telefonico e un signore vicino di casa ci dice che la proprietaria sarebbe tornata un po’ dopo le 17.30; rincuorati torniamo in centro per fare intanto una visita al museo della valle. Arriviamo alle 17.25, poco prima della chiusura, la custode molto gentilmente ci dice che stanno per terminare le visite ma che possiamo fare insieme a lei il giro di chiusura; è tutto in tedesco e capiamo il giusto, ma sembra interessante. Ci salutiamo e ci rilassiamo un po’ vicino al fiume. Dopo 5 minuti riceviamo una telefonata dove, sempre in tedesco, capiamo all’incirca che c’è posto alla casa ma dobbiamo andare subito; ci fiondiamo e con nostra somma sorpresa scopriamo che la proprietaria è anche la custode del museo, ci facciamo un sacco di risate e poi ci andiamo finalmente a rilassare in piscina con una bella birra fresca che fungerà da aperitivo!

Per la cena torniamo in centro che ora è completamente deserto, sono infatti tutti al biergarten a mangiare e bere, seguiamo finalmente l’esempio e così termina anche la nostra seconda giornata sui pedali.

Fu sera e poi fu mattina, terzo giorno… è domenica, oggi il livello di difficoltà si alza: nonostante il meteo avesse dato solo tempo nuvoloso, piove a dirotto. Facciamo colazione con calma e ci prepariamo sperando in una tregua, la signora non ha fretta di mandarci fuori e così aspettiamo fin verso le 9, appena vediamo che la pioggia cala indossiamo le mantelline antipioggia e partiamo. La tregua dura poco, dopo qualche km siamo già belli bagnati e anche le ruote (non avevamo i parafanghi) tirano su dalla strada un bel po’ di fango, per cui le nostre schiene sono diventate marroni in breve tempo. In giro non c’è praticamente nessuno, solo noi due stacanovisti del pedale…

Dopo circa un’oretta, mentre stiamo per raggiungere Pappenheim, la nostra prima tappa, il cielo inizia ad aprirsi e spunta anche qualche raggio di sole, ci asciughiamo infatti molto in fretta, giusto in tempo per ammirare la “chiesa naturale” e andare a visitare il castello omonimo. Qui ci togliamo anche le giacche e le puliamo sull’erba per togliere il fango, la visita al castello è molto d’effetto, ci vorrebbe molto più tempo per fare le cose con calma ma ci accontentiamo di un mordi e fuggi.

La tappa successiva l’avevamo studiata a tavolino, ovvero le terme di Treuchtlingen, impieghiamo un’oretta per arrivarci, lasciamo le bici nelle rastrelliere all’esterno (a proposito, le rastrelliere per le due ruote sono ovunque) ed entriamo belli sporchi con la nostra valigia da bici. Nessuno si scandalizza, compriamo un ticket valido 2 ore (4,80 euro a testa, pochissimo) ed entriamo, facciamo una breve nuotata nella piscina all’aperto (acqua a 25 gradi, fattibile) e poi ci immergiamo nella broda termale calda per un po’ di relax. Facciamo questo avanti indietro tra caldo e freddo un po’ di volte, le due ore passano in fretta e quando usciamo abbiamo una fame da lupi. Sono però oltre le 14 e qui non c’è molta scelta per mangiare, l’unico posto disponibile è una sorta di parco dove è stata portata una locomotiva a vapore; pare infatti che quest’anno a Treuchtlingen si celebri il 150° anniversario della locale ferrovia, diventata operativa il 2 ottobre 1869. Ci sono le bandiere del partito SPD, sembra un po’ di essere alla festa dell’Unità ma riusciamo comunque a mangiare degli ottimi wurstel con crauti e insalata di patate e rifocillarci con il nettare locale (birra).

La ripartenza è dura, molto dura, le gambe sono estremamente rilassate, inoltre la prossima tappa è anche la fine del viaggio, il che mi rattrista un po’. Gli ultimi 25 km sono quasi tutti in rettilineo a fianco della ferrovia, sempre a fianco di campi di grano e orzo, in leggera salita e con vento contro, mia figlia è dietro a ruota e io tiro, ogni tanto ci diamo il cambio e stringendo i denti (e le dolenti chiappe) arriviamo a destinazione. Gunzenhausen è un paesone molto bello, anche qui con una sagra in centro, facciamo un po’ fatica a trovare da dormire e alla fine troviamo online un ottimo prezzo in un hotel 4 stelle, hanno posto e occupiamo subito la stanza per andarci a riposare e lavare. Rapido cambio di vestiti e poi in giro per le visite di rito e la cena.

Cerchiamo anche di capire come muoverci il giorno dopo, andando a vedere dov’è la stazione dei treni. L’indomani infatti non sarà facile, per tornare alla base di Kelheim dovremo prendere 3 treni e un bus, con alcune coincidenze molto brevi (5 minuti). Dalla macchinetta non capisco come acquistare il biglietto per le bici, così lasciamo stare e decidiamo di arrivare in stazione il giorno dopo un po’ prima della partenza del primo treno.

La notte passa tranquilla, facciamo una bella e abbondante colazione e poi torniamo alla stazione per l’acquisto dei biglietti, qui la ragazza dell’edicola ci dà una mano e riusciamo ad acquistare il tutto, ora sono molto più tranquillo. I treni arrivano in orario e non sono per niente affollati, così non abbiamo problemi per le bicicilette. Anche il cambio dei 5 minuti (con 5 binari di sottopasso) risulta fattibile. Perdiamo però il bus finale (ma non sapevo tra l’altro se aveva la possibilità del trasporto bici) ma da qui (Saal sul Danubio) sono solo 3 km per andare alla macchina. Mia figlia è distrutta ma li facciamo senza grossi problemi. Smontiamo le bici, carichiamo la macchina, facciamo il pieno di gasolio (fuori dall’autostrada va a 1,245) e anche di “cervogia” da EDEKA Dillinger, un rivenditore di bevande estremamente fornito.

Così, con una temperatura perfetta di 20 gradi, la macchina piena, il fisico esausto e lo spirito sollevato dalla bellezza di queste giornate (seppur a volte difficili), ci mettiamo in moto verso l’italico suolo. Scrivere a distanza di due settimane di questa prima esperienza da cicloturisti mi ha già fatto tornare il desiderio di rifarlo!

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